Un’ablazione del tartaro professionale su base periodica, è importantissima per mantenere lo stato di pulizia e igiene ad un livello qualitativo sufficiente a scongiurare l’insorgere di carie ed altre problematiche più serie.
Sì, ma perché la detartrasi non la possiamo fare a casa? Una corretta e scrupolosa igiene orale non è sufficiente?
Le basi: che cos’è il tartaro e come si toglie?
Innanzitutto bisogna chiarire che tartaro non è uguale a placca batterica. Per tartaro infatti si intende un accumulo di placca batterica. Questa differenza spiega il perché sia necessario ricorrere periodicamente alla detartrasi dal dentista. Se infatti la placca è può essere rimossa con tutte le accortezze proprio perché non ancora sedimentata, il tartaro rappresenta una forma di placca batterica ormai “vecchia” e accumulata e quindi non più removibile facilmente.
Più specificamente il tartaro è un deposito calcificato di placca batterica, che può depositarsi sopra o sotto le gengive. Nel primo caso si parla di tartaro sopragengivale, mentre nel secondo di tartaro sottogengivale.
Il tartaro sopragengivale si presenta sotto forma di incrostazioni, perlopiù bianche o giallognole, che si formano tra i denti e le gengive. È in grado di formarsi in un tempo relativamente breve (inferiore alle due settimane).
Il tartaro sottogengivale non è così immediatamente riscontrabile, proprio per la sua posizione al di sotto delle gengive. È caratterizzato da un colore rossiccio, dovuto a piccole emorragie che può causare nello strato sottogengivale. È più pericoloso del primo tipo, perché più a contatto con i tessuti molli: è spesso la causa numero uno dei solchi gengivali ed è uno dei maggiori fattori di rischio per la malattia parodontale. Spesso è anche accompagnato da alitosi.
Dato che il tartaro non è altro che un accumulo di placca, la sua formazione dipende in via diretta dal livello di placca batterica presente nella nostra bocca e, in via indiretta, da patologie che possono aumentarne il rischio di accumulo.
Le abitudini di igiene quotidiana rappresentano il fattore di rischio più significativo. Per scongiurare la formazione del tartaro è essenziale eliminare più placca possibile e per questo è bene utilizzare spazzolino e filo nei modi giusti.
Attenzione anche alla disposizione dei propri denti: se i denti sono disposti in modo non convenzionale (ad esempio in caso di morso inverso), le operazioni di pulizia con spazzolino e filo interdentale potrebbero essere ostacolate e rendere così più probabile la formazione del tartaro.
Un ulteriore fattore di rischio è rappresentato dalla parodontite: un paziente affetto da malattia parodontale accumulerà con maggior facilità la placca batterica, a causa di tasche e solchi gengivali conseguenti alla malattia.